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17 apr 2012

WATCHED BY CHIARO SCURO
 appuntamento settimanale sul cinema 


Diaz

 (Italia 2012, 2h00’, drammatico)

 Regia: Daniele Vicari 

Cast: Elio Germano, Claudio Santamaria, Jennifer Ulrich, Davide Iacopini, Ralph Amoussou.

Genova, 2001. Durante il lavori del G8 per le strade della città ligure si riversa un fiume di gente pacifica che vuole dimostrare che può esistere un altro mondo. All’interno della scuola Diaz un gruppo eterogeneo di persone cerca un posto per dormire e/o lavorare: sono giornalisti, avvocati del Social Forum impegnati ad aiutare i familiari dei ragazzi dispersi nella folla, uomini d’affari che cercano un posto dove stare . In quella tragica notte la polizia fa un “repulisti” con la motivazione ufficiale di trovare un gruppo di black block nascosto dentro la scuola. Risultato: 93 persone arrestate e 87 ferite.


«La più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la Seconda Guerra Mondiale»: basterebbero le parole di Amnesty International per capire che cosa è stata quella terribile notte. Vicari (regista di Il passato è una terra straniera) firma quasi un documentario per raccontare l’abuso di potere della polizia verso un gruppo di persone innocenti. E lo fa appoggiandosi non ad un attore principale ma ad un gruppo di personaggi quasi tutti sullo stesso piano: così c’è Elio Germano (giornalista di destra), Claudio Santamaria (poliziotto), Jennifer Ulrich (anarchica tedesca), Davide Iacopini (avvocato del Social Forum), fino ad arrivare ad un anziano lì per caso (non voleva tornare a casa con il bus dopo una manifestazione dei sindacati) ed un uomo d’affari al quale gli alberghi hanno rifiutato il pernottamento. Un pugno nello stomaco può durare 2 ore? La risposta (purtroppo) è sì: ci sono 25 minuti dove parlano solo il tonfa (il manganello dei poliziotti) ed i loro anfibi. È difficile tenere gli occhi sullo schermo. C’è un fil rouge che collega “Diaz” e “Romanzo di una strage” di Giordana: l’uscita quasi contemporanea ed il fatto che entrambi questi terribili episodi dei nostri tempi non abbiano trovato (ancora) un colpevole.

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