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17 mag 2012

APPUNTAMENTO SETTIMANALE SUL CINEMA

WATCHED BY CHIARO SCURO



IL CASTELLO NEL CIELO

(Tenkû no shiro Rapyuta, Giappone 1986, 2h04’, animazione)

Regia: Hayao Miyazaki

Per sfuggire ai pirati dell'aria la giovane Sheeta cade da un aereo, ma si salva levitando nell'aria e atterrando dolcemente tra le braccia di Pazu, un giovane minatore che decide di prendersi cura di lei. Mentre si susseguono i tentativi di catturare Sheeta e la misteriosa pietra che la ragazza porta al collo, cresce la consapevolezza che Sheeta nasconda dei segreti che vanno ben oltre quel che l'apparenza sembri indicare, legati a una misteriosa città nel cielo, Laputa, di cui si favoleggia l'esistenza.

“Il castello nel cielo”, meglio noto con il titolo di “Laputa” rappresenta una specie di collegamento tra la serialità del regista giapponese (i tratti di Pazu ricordano molto quelli di Conan) e le opere dello studio Ghibli. A ragione da molti ritenuta un qualcosa di unico nella filmografia di Miyazaki, questa pellicola si affida ad un vero e proprio eroe come l’indomito Pazu alle prese con dei nemici che non sono semplici poco di buono o spiriti cattivi, ma veri e propri antagonisti di altissimo livello (e che addirittura muoiono, fatto molto raro nei suoi film). C’è l’avventura classica (Laputa era una città del cielo ne “I viaggi di Gulliver”) che si mescola con i miti del continente perduto (Atlantide?) ed avanzato tecnologicamente. Le due ore abbondanti permettono al dio dell’anime di utilizzare un’ampia gamma di generi per poter raccontare più cose possibili. E vederlo quasi trent’anni dopo (con dei disegni spettacolari realizzati esclusivamente a mano) ci fa capire come il sensei fosse già allora un passo avanti a tutti.

1/2






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