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6 lug 2012

APPUNTAMENTO SETTIMANALE SUL CINEMA

WATCHED BY CHIARO SCURO




LA GUERRA È DICHIARATA
 (La guerre est déclarée, Francia 2011, 1h40’, commedia drammatica) 
Regia: Valérie Donzelli 
Cast: Valérie Donzelli, Jérémie Elkaïm, Gabriel Elkaïm, Brigitte Sy, Elina Lowensohn.

Romeo e Juliette si sono incontrati ad una festa in un locale, si sono innamorati e hanno concepito un bel bambino, Adam, che a 18 mesi ha sviluppato un tumore al cervello, in una forma delle più aggressive. Si può pensare che Rome e Juliette non si chiamino così per caso e che quella a cui siamo invitati ad assistere sia una tragedia, ma non è così. Perché i due giovani genitori affrontano la dolorosa lotta contro il male e contro il destino con il sorriso sulle labbra, un'energia senza posa, una determinazione senza pari e un amore contagioso.

Valérie Donzelli e Jérémie Elkaïm sono due persone forti, fortissime: perché rimettersi nelle condizioni drammatiche che la vita ha già riservato loro? Perché tornare a rivivere gli anni difficilissimi della malattia del loro piccolo figlio? Forse non c’è una risposta a queste domande, forse è solo la volontà dei due (anche sceneggiatori e lei addetta pure al trucco ed alle acconciature) di portare a conoscenza di tutti le vicissitudini di una coppia apparentemente normale alle prese non solo con un figlio che ti fa perdere il sonno, ma che lo fa per colpa di una bruttissima malattia che già da piccino è una parte di lui. Ma il film di Donzelli non è (per fortuna) un documentario e diventa fiction di fatti realmente accaduti con le persone che li hanno vissuti. È un racconto che sceglie di tenerci nascosti gli aspetti dolorosi ma si mette in gioco cambiando radicalmente registro a seconda degli episodi: così si passa dalle notti in discoteca a quelle insonni da genitori; dalla compagnia degli amici al silenzio della camera sterile. D’altronde la guerra prevede periodi diversi e diverse strategie costantemente aggiornate. Rimane da chiedersi ancora una volta com’è possibile che il cinema francese degli anni duemila, pur non appartenendo alle grandi firme d’oltralpe, sia sempre e comunque una o due spanne sopra il cinema nostrano.

1/2


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