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PROMETHEUS
(Prometheus, USA/GB 2012, 2h04’, fantascienza)
Regia: Ridley Scott
Cast: Noomi Rapace, Michael Fassbender, Charlize Theron, Guy Pearce, Idris Elba.
Nell'anno 2089 due scienziati portano a compimento le ricerche di una vita scoprendo che alcuni artefatti, ritrovati in diversi punti della Terra e tutti risalenti a migliaia di anni prima, riportano la medesima immagine di creature giganti che indicano un determinato pianeta. Ricostruito quale sia il pianeta in questione e trovati i fondi da un miliardario morente, i due si imbarcano assieme a un equipaggio misto di scienziati e piloti verso quel pianeta per andare a scoprire quel che ritengono essere l'origine della vita sulla Terra. Lì troveranno i resti di una civiltà aliena assieme a ciò che l'ha quasi estinta.
Bisognerebbe avere il coraggio di ammettere che Ridley Scott sta vivendo di rendita da quando nel 2000 Il gladiatore vinse – immeritatamente – cinque premi Oscar®. A quel film sono succeduti per lo più film discreti (Il genio della truffa, Un’ottima annata, American Gangster), uno più che buono (Black Hawk Down – Black Hawk abbattuto) ed alcune porcherie come Le crociate, Robin Hood ed, appunto, questo Prometheus. Sempre nella speranza di ritrovare il buon vecchio Ridley che diresse quel capolavoro (e capostipite) del genere fantasy intergalattico dal nome di Alien: del quale questo film dovrebbe essere il prequel. Partendo da un interessante spunto narrativo (sulle origini della civiltà umana, alla ricerca continua del nostro “creatore”) la sceneggiatura di Damon Lindelof (uno tra i più importanti autori di Lost) si perde via via tra i meandri di un racconto non troppo complicato e per giunta supportato da effetti speciali fin troppo fini a sé stessi. Un giocattolo che gira bene nella mani del regista e che trova negli attori un punto di sfogo abbastanza ridicolo: come se tutti dovessero toccare qualsiasi cosa sta loro intorno. Si salvano la solita cattiva e bellissima Charlize Theron ed un Michael Fassbender a metà tra il suo idolo Peter O’Toole di Lawrence d’Arabia ed un’inespressività non del tutto capace di nascondere la menzogna. Grazie al cielo Ridley Scott fa anche altro, cioè il produttore di serie televisive, ed è così che lo preferiamo: I pilastri della Terra, Numb3rs e soprattutto quella meraviglia di The Good Wife, splendido serial del filone dei procedural drama dove a dirigere il cast (peraltro strepitoso) è qualcun altro.
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