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LO HOBBIT – UN VIAGGIO INASPETTATO ***3D***
Titolo originale: The Hobbit: An Unexpected Journey
Produzione: USA/Nuova Zelanda 2012 Durata: 2h49’, colore
Regia: Peter Jackson
Cast (interpreti e personaggi): Ian McKellen (Gandalf), Martin Freeman (Bilbo), Richard Armitage (Thorin), Ken Stott (Balin), William Kircher (Bifur/Tom Troll), Graham McTravish (Dwalin), James Nesbitt (Bofur), Stephen Hunter (Bombur), Dean O’Gorman (Fili), Aidan Turner (Kili), John Callen (Oin), Peter Hambleton (Gloin/William Troll), Jed Brophy (Nori), Mark Hadlow (Dori/Bert Troll), Adam Brown (Ori), Ian Holm (Old Bilbo), Elijah Wood (Frodo), Hugo Weaving (Elrond), Cate Blanchett (Galadriel), Christopher Lee (Saruman), Andy Serkis (Gollum), Sylvester McCoy (Radagast).
Sessant'anni prima che Frodo desse inizio al suo viaggio verso Gran Burrone e oltre, suo zio Bilbo Baggins si godeva la calma della Contea e l'assenza di avventure (fastidiose scomode cose che fanno far tardi a cena) fino al giorno in cui Gandalf il Grigio non si presentò alla sua porta e lasciò su di essa un segno. Poco dopo, uno dopo l'altro 12 nani e il loro capo Thorin Scudodiquercia, prendevano possesso della casa dello hobbit Bilbo e della sua dispensa, per arruolarlo e partire con lui alla riconquista del vecchio regno dei nani, Erebor, da troppo tempo nelle grinfie del terribile drago Smaug.
Mettiamo subito in chiaro una cosa: è inutile fare paragoni tra questo film e la Trilogia de Il Signore degli Anelli. Primo perché l’altra è la trasposizione di un romanzo già di suo diviso in tre, secondo perché la produzione di questa trilogia prevede la partenza da un’unica opera (Lo Hobbit) e la partecipazione alla sceneggiatura di Guillermo Del Toro (che era stato scelto come primo regista, salvo poi conferirne la regia a chi aveva più dimestichezza con la Terra di Mezzo). Molti si sono lamentati del troppo “buonismo” di Lo Hobbit: un viaggio inaspettato: a giustificazione di Jackson vale la pena ricordare che avendo tra le mani una combriccola di tredici nani, un mezz’uomo ed uno stregone è dura non cadere nel buffo e nel disordine. I fatti si svolgono parecchi decenni prima della festa di compleanno di Bilbo che apre La Compagnia dell’Anello, ma il regista ha creduto giusto unire le due storie con la narrazione del vecchio Bilbo (Ian Holm) che mette per iscritto a Frodo come sono iniziate le sue avventure alla caccia del drago Smaug. Pro e contro di una nuova avventura: il contro sono i 48 fotogrammi al secondo che scandiscono un nuovo modo di “girare” un film, francamente un po’ troppo pesanti (innumerevoli flash bianchi accompagnano la visione in 3D) e che sacrificano il realismo delle tre pellicole precedenti in favore di un qualcosa di più tecnico (ma non per questo migliore). I pro sono le prove attoriali, come sempre splendide nei film di Jackson: e se avremmo preferito sentire Gandalf con un altro doppiaggio (improponibile Gigi Proietti!) e la bellissima canzone dei nani a casa Baggins non doppiata ma sottotitolata, vale la pena spendere due parole per chi è nuovo e per chi c’era già. Il nuovo è Martin Freeman (già Watson nella splendida versione moderna per la televisione di Sherlock Holmes; il suo partner, Benedict Cumberbatch, darà vita al Negromante...) bravissimo nei panni del giovane Bilbo protagonista della parte migliore del film, quella dove è costretto a partecipare ad una gara di indovinelli con Gollum (questo è il vecchio) cui Andy Serkis dà ancora una volta grande spessore in motion capture. Tutto sommato un film che si lascia vedere, che non fapesare le quasi tre ore di durata e che ci catapulta ancora una volta in quel meraviglioso mondo di personaggi, lingue e scenari creati in maniera stupefacente da Tolkien. Sì, forse qualche cultore doc dello scrittore inglese storcerà il naso, ma preso come la prima parte di una complessa opera cinematografica rilascia ancora una volta quell’allure di bellezza (cito anche Cate Blanchett, che quando appare in tutta la sua maestosità lascia esterrefatti) che già circondava la trilogia precedente. Qualcuno che non conosce la definizione di “trilogia” alla fine del film borbotta, ma l’occhio del drago, sepolto sotto un mucchio d’oro, ci lascia la speranza di un nuovo, grande seguito.
1/2
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